Da Rapallo a Milano, andata e ritorno. La vita artistica di Edoardo Mariani, in arte Dodo, la possiamo sintetizzare così. L’orafo ligure, simbolo del made in Italy, è ancora oggi il vero ambasciatore della capacità tutta italiana di prendere un mestiere e, per passione, farlo diventare un’arte capace di trovare estimatori in tutto il mondo. Dodo Mariani, orafo e scultore d’eccellenza, si forma nella bottega del padre a Rapallo, intorno agli anni ’30, affinando le sue doti innate di artista raffinato e talentuoso, ma è a Milano, suo primo amore, che può dare sfogo a tutto il suo eclettismo, diventando il personaggio che ancora oggi è, famoso ed apprezzato in ogni ambiente, non solo quello del fashion e della oreficeria.
Nella capitale della moda, che proprio in quegli anni stava vivendo tutto il fermento della haute couture, Dodo Mariani inizia a farsi conoscere al grande pubblico con le sue creazioni nate con l’intento di creare stupore e meraviglia, per non passare inosservate, riuscendo infatti ad ammaliare per l’originalità della fattura e delle idee. Grazie alla sua fervida fantasia, unita ad una buona dose d’audacia, con le sue stesse mani dà così vita a gioielli unici, perfetti per le passerelle di allora. Sono gli anni ’60 ed i suoi ciondoli, che contraddistingueranno in seguito il brand, diventano un vero cult. La linea dei cibernetici, che ancora oggi è una delle più amate, vede simpatici animali come gatti, cani, elefantini, rigorosamente in stile robot, pendere da collanine e bracciali. Le sue collezioni hanno immediatamente la possibilità di essere ammirate dai più e, soprattutto, da coloro che contano nell’ambiente della moda, giornalisti di settore e importanti compratori che ogni anno accorrono per partecipare alle giornate della moda e assistere alle sfilate.
E’ il 1968 allorché inaugura a Milano il suo primo atelier-laboratorio al quale dà un nome importante ed evocativo: Tiffany. Ad indossare quelle gioie chiama, come testimonial, un’attrice sensuale e dalla bellezza unica, sogno di tutti gli uomini, che in quegli anni è sulla cresta dell’onda. Si tratta di Gloria Guida, protagonista di un filone di film allora molto in voga, la cosiddetta commedia sexy all’italiana. Ben presto l’interesse di Dodo Mariani si spinge oltre la realizzazione degli accessori, seppur preziosi, da far indossare alle modelle. Vuole dare concretezza alla sua capacità di immaginare le mise più adatte alle creazioni dei suoi pregiati monili ed allora diventa anche stilista, dando vita ad una collezione di prêt-à-porter, nella quale comincia ad unire, in un binomio che diverrà imprescindibile, i gioielli e gli abiti. In passerella sfilano abiti dalle linee semplici e pulite, comodi da indossare, come pantaloni ampi, soprabiti in lino, tute pantalone leggere ed eleganti, gonne dai volumi equilibrati. Quasi sempre i colori sono chiari, per un’eleganza moderna e facile da portare.
Dieci anni dopo, nel 1978 riceve un importante riconoscimento dall’International Gold Corporation. L’associazione, infatti, tra le più rilevanti del settore orafo, gli invia una lettera nella quale si complimenta per la bellezza di una linea di gioielli indossati dalle mannequin durante una sfilata di moda. La sua fama ora è al culmine. Tanto da ricevere persino una commissione dalla Corona inglese. Per la Regina Elisabetta realizza il premio per una corsa di cavalli, la più importante d’Inghilterra, che si tiene ad Ascot. Si tratta di una fibbia in oro con diamanti incastonati che viene offerta al fantino vincitore. Si inaugura per lui un rapporto di simpatia e stima con la Casa inglese, che lo porterà a collaborare ancora in futuro, nel 1994, quando realizza per Lady Diana Spencer degli orecchini di perle su base d’oro, che la principessa indossa per un importante servizio fotografico.
Negli anni Dodo Mariani collabora anche con personaggi noti della cultura, come lo scrittore Peter Kolosimo, e del mondo dello spettacolo. Nel cinema, infatti, nel 1979 crea gli abiti di scena del film Sabato, domenica e venerdì, vestendo l’attore Adriano Celentano. Altra importante collaborazione è con la prestigiosa azienda di diamanti De Beers. Negli anni ’90, infine, sentendo forse nostalgia della Liguria, torna sulle sue orme, continuando però a lavorare quale artista noto ed affermato, con il brand Dodo Mariani. I suoi gioielli sono ancora oggi simbolo di distinzione e unicità, venduti in tutto il mondo. A Rapallo, in piazzale Genova, si trova il monumento alla famiglia, da lui realizzato, che ha ispirato anche la piccola scultura dallo stesso donata e consegnata nel 2000 a Papa Giovanni II.