Mi Guidi rappresenta un’affermata realtà nel panorama culturale milanese che negli anni ha saputo distinguersi rispetto ai consueti servizi turistici della città, perché in grado di offrire all’utente la possibilità di conoscere Milano da punti di vista differenti e di svelare le mille sfaccettature del suo animo che solitamente rimangono celate ai più.
Tantissime le visite guidate e gli itinerari turistici proposti, tra cui la mostra a Milano “Hokusai, Hiroshige, Utamaro. Luoghi e volti del Giappone che ha conquistato l’Occidente”, al Palazzo Reale di Milano fino al prossimo 29 Gennaio 2017, con oltre 200 opere provenienti dall’Honolulu Museum of Art e curata dalla professoressa Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale dell’Università degli Studi di Milano.
L’esposizione, che si inserisce all’interno delle celebrazioni del 150° Anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, ricostruisce attraverso autentici capolavori, l’immaginario di questi tre maestri che contrapposero il piacere in ogni sua forma all’etica del samurai.
L’arte di Hokusai e di altri interpreti dello stile ukiyo-e si diffuse in Europa e in America dopo che la Restaurazione Meiji del 1868 restituì il potere all’imperatore, facendo uscire il Giappone da un lungo periodo di isolamento. Così le stampe giapponesi fecero la loro comparsa nelle opere stesse degli impressionisti, come sulla parete di fondo nel famoso ritratto di Émile Zola di Edouard Manet.
«Hokusai non è solo un artista fra altri nel mondo fluttuante, è un’isola, un continente, da solo un mondo». (Edgar Degas) Con queste parole il pittore francese Degas definiva l’artista giapponese Katsushika Hokusai la cui arte aveva colpito e influenzato alcuni pittori impressionisti, da Manet a Monet, da Renoir a Degas stesso, che dimostrarono nelle loro tele il debito nei confronti dell’arte giapponese tanto che l’incisore Philippe Burty coniò il termine japonisme (giapponismo) per descrivere l’interesse verso l’arte del Sol Levante.
Le vedute del Giappone di Hiroshige, i 15 volumi di Manga di Hokusai, i volti di Utamaro divennero il punto di riferimento estetico anche per tutti gli artisti successivi. I fotografi giapponesi e occidentali, affermatisi in Giappone nella seconda metà dell’Ottocento, si rifecero infatti ai colori, alle inquadrature e ai soggetti dei tre maestri. Quelle immagini davano conferma dell’ “l’Immagine del Giappone” oltreoceano che conquistò e sconvolse il mondo artistico europeo. Un fascino che continua ancora oggi in molte produzioni di grafica contemporanea.
Il percorso espositivo è suddiviso in cinque sezioni tematiche:
- Paesaggi e luoghi celebri: Hokusai e Hiroshige;
- Tradizione letteraria e vedute celebri: Hokusai;
- Rivali di “natura”: Hokusai e Hiroshige;
- Utamaro: bellezza e sensualità;
- I Manga: Hokusai insegna;
Le opere, stampe su carta, appartengono alla tradizione del “Ukiyo-e” ovvero “immagini del mondo fluttuante” e descrivono una fase di profondo cambiamento nella storia del Giappone, quando a partire dal 1603 il primo shogun Tokugawa scelse come capitale la città di Edo, l’attuale Tokyo.
Le stampe rappresentano vedute naturalistiche, paesaggi rurali e cittadini e scene di vita quotidiana, ma anche immagini di uomini e donne del tempo, alcuni famosi.
La mostra mette inoltre in luce le esigenze del mercato dell’immagine dell’epoca che richiedeva di trattare specifiche tematiche e soggetti, creando talvolta anche rivalità, oltre che tra gli artisti, tra gli stessi editori che producevano le opere. Attraverso le xilografie di Katsushika Hokusai (1760‐1849), Utagawa Hiroshige (1797‐1858) e Kitagawa Utamaro (1753‐1806), si evidenzia quindi come fossero ricorrenti i medesimi soggetti e come gli editori fossero obbligati a inventare espedienti per soddisfare il mercato editoriale, anche attraverso formati di stampa sempre più variegati.