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“Una vita in vacanza” non è solo il refrain di una canzone, ma può diventare realtà grazie alle possibilità del lavoro online e al fenomeno dei nomadi digitali. Coloro, in sostanza, che per svolgere la propria attività necessitano di nulla più di un pc e una buona connessione internet. E queste cose, ormai, si possono trovare quasi in ogni angolo del pianeta.
Un impulso non indifferente a questa trasformazione l’ha data la diffusione dello smart working a partire dal 2020. Lavorare da remoto non significa solo evitare il traffico e i pettegolezzi fra i colleghi, ma offre un modo nuovo di interpretare il rapporto con il lavoro, sotto diversi punti di vista.
Uno di queste è poter gestire la professione in autonomia, non solo per quanto riguarda il tempo, ma anche il luogo. Se si può lavorare da casa, la casa può essere ovunque. Finalmente si può viaggiare senza dover aspettare le ferie, ma spostandosi liberamente anche ogni 5 o 6 mesi, magari per vivere sempre al caldo. O, per chi ama altri climi, sempre al freddo.
Insomma, è il concetto di libero professionista portato al suo massimo. Una volta che si ha una carriera in una professione digitale, una posizione regolamentata da una partita Iva e clienti che si interfacciano con noi da remoto, si può mettere lo zaino in spalla e divenire davvero cittadini del mondo.
Organizzare la professione da remoto
Non tutte le professioni possono essere svolte solo da remoto, ovviamente. Oppure la medesima professione può essere gestita in maniera diversa, a seconda di come la si imposta. Per esempio un graphic designer può avere clienti in tutto il mondo e lavorare a migliaia di chilometri di distanza. Oppure preferire un rapporto diretto, scegliendo aziende a lui vicine per poter lavorare – letteralmente – gomito a gomito.
Quindi la prima cosa da fare è decidere come si vuole organizzare la propria professione e poi presentarsi in modo chiaro. I clienti devono sempre avere un motivo per sceglierti; e il fatto che tu sia all’estero può – anzi deve – essere un valore aggiusto. Significa che conosci le lingue e hai accesso a diverse culture che possono arricchire il tuo bagaglio di conoscenze. Non sottovalutare mai le potenzialità di questi elementi per la tua reputazione professionale.
Nomadi digitali, cosa c’è da sapere
Oltre al lavoro, quali sono gli altri aspetti professionali di cui tenere conto? Sicuramente uno di questi è la fiscalità. Se hai clienti in nazioni diverse, dovrai anche presentare fatture differenti e magari avrai incassi in diverse valute. Per tutti questi aspetti, rivolgiti a un consulente fiscale che sia esperto anche in questo ramo. Fiscozen è nato per supportare le nuove professioni e accompagnare gli imprenditori nelle sfide del mondo in trasformazione. Potrete aprire con loro la partita Iva e farvi aiutare a gestire la fiscalità, potendo anche contare su prezzi conveniente e pacchetti di servizi low cost.
Attenzione alla gestione del tempo
Esiste qualche svantaggio nel lavorare dove si vuole, magari lontano dalla città, organizzando gli orari in prima persona? Ebbene sì e si riassumono fondamentalmente nella difficoltà di gestire in autonomia la propria professione. Soprattutto per chi viene da un mondo del lavoro più tradizionale fatto di orari d’ufficio e di alternanza fra giorni infrasettimanali e weekend; per costoro, la totale liberta in termini di scadenze e consegne può all’inizio essere destabilizzante. Da una parte il pericolo dispersione, con giornate investite in impegni personali che fanno inconsciamente accumulare ritardi; dall’altra il rischio workaholic, ovvero una sindrome da lavoro a causa della quale non si riesce più a dividere il tempo professionale da quello della vita privata.
Nessuno di questi aspetti però è incorreggibile, anzi; si tratta di organizzazione e abitudine. Online poi è possibile trovare videocorsi proprio su questo argomento. Ecco uno dei tanti esempi di lavoro digitale da libero professionista, da poter fare in qualsiasi angolo del pianeta.