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Roma è suddivisa in rioni e quelli più rinomati si trovano indubbiamente al centro storico: Borgo Pio, Prati, Monti, ma spesso accade il contrario e i monumenti e le attrazioni di Roma superano in fama il loro rione di appartenenza; per esempio, Piazza Navona in quale rione si trova? Bene, Piazza Navona si trova nel VI Rione Parione, il cui stemma è un grifone su sfondo bianco e include al suo interno alcuni dei monumenti e dei palazzi più belli e visitati di Roma. Un turista che alloggia in un hotel a Piazza Navona come il vicino Hotel Teatro Pace, può ben dire di trovarsi proprio nel cuore di Roma.
Cenni storici sul Rione Parione
Il termine “Parione” è di origini incerte, probabilmente deriva dall’espressione medioevale pariones che significava “rovine” e che a sua volta deriva dal latino paries che indica “parete o muro”. Evidentemente, fino al Medio Evo, si ergeva un rudere – oggi scomparso – appartenente alle recinzioni dello Stadio di Domiziano nell’attuale Piazza Navona oppure secondo n’altra teoria corrispondeva all’allora spettacolare palazzo del prefetto dell’Urbe, Cromaziano, che veniva definito anche nelle cronache storiche come il Templum Olovitreum perché si trattava di un palazzo altissimo, decorato con mosaici, cristalli, oro e una torre che lo sovrastava e che era ornata da simboli astronomici e costellazioni. Su queste rovine, fu eretta una torre medievale che prese il nome di Torre Parione de Campo nei pressi del circo Agonale. Il Parione cominciò a delimitare un’area che comprendeva due importanti centri sociali e culturali della città: Piazza Navona e Campo de’ Fiori dove ancora oggi si trova un mercato rionale dei fiori, appunto, e le strade limitrofe hanno nomi di mestieri perché questo era anche il centro “produttivo” dell’urbe: via dei cappellari, via dei giubbonari, dei chiavari, dei canestrari, dei baullari, dei librari , dei leutari. Il Parione divenne ufficialmente il VI rione di Roma il 18 maggio 1743 con lo stemma di un grifone – creatura mitologica con la testa d’aquila e il corpo di leone – simbolo di nobiltà e fierezza. Il Rione Parione cominciò a perdere i suoi tratti popolari e caotici per diventare un quartiere frequentato dalla nobiltà già nel Rinascimento, quando Papa Sisto IV ordinò la ristrutturazione di alcuni palazzi, l’allargamento delle strade, la pavimentazione di Campo de’ Fiori, luogo di passaggio per molti signori dell’epoca, nonché l’edificazione dell’omonimo Ponte di collegamento con Trastevere. Ebbe inizio, così, un’urbanizzazione importante e nel tempo furono chiamati artisti e architetti di prestigio per abbellire ulteriormente gli spazi urbani, come Michelangelo, ma soprattutto Bernini e Borromini che diedero un grande impulso innovativo e un nuovo volto al Rione Parione.
Quali sono i luoghi di interesse nel Rione Parione
Il perimetro del rione disegna una specie di diamante che va da Piazza delle Cinque Lune a Campo de’ Fiori fino a Via di Tor Sanguigna. I luoghi da visitare e di maggior interesse sono:
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I palazzi: Palazzo Braschi in Piazza S. Pantaleo, Palazzo Massimo alle Colonne su Corso Vittorio Emanuele II, Palazzo Nardini in Via del Governo Vecchio, Palazzo Pamphilij a Piazza Navona, Palazzo della Cancelleria nell’omonimo piazza della Cancelleria, il Museo Barracco su Corso Vittorio Emanuele II.
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Le chiese: Chiesa di Santa Barbara dei Librai, Santa Maria in Vallicella (più nota come “Chiesa Nuova” dove visse San Filippo Neri), Basilica di San Lorenzo in Damaso, Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore (nota anche come San Giacomo degli Spagnoli), Sant’Agnese in Agone in Piazza Navona, Chiesa di San Nicola dei Lorenesi, Chiesa della Natività di Gesù, Chiesa si di San Tommaso in Parione, San Pantaleo, oratorio del Santissimo Sacramento e delle cinque Piaghe.
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Le Piazze: Campo De’ Fiori, Piazza Navona, Piazza del Biscione, Piazza della Cancelleria, Piazza della Chiesa Nuova, Piazza Pollarola.
Il Rione Parione ospita, infine, una delle più rinomate statue “parlanti”: il Pasquino, ancora oggi utilizzato come messaggero dei malumori e della satira mordace dei cittadini romani.