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Nell’ipotetico viaggio mentale, che rappresenta spesso e volentieri il desiderio di un’intera vita, ci immaginiamo sdraiati in un di quelle spiagge paradisiache bianche e cristalline, seduti su di un’amaca a gustare un bel cocktail immersi nel pieno e rilassante rumore delle onde del mare che si infrangono sulla battigia.
È il classico esempio di quando parliamo di Bora Bora, Tahiti, Moorea, Maupiti, Tahaa e via discorrendo: sono tutte isole che rientrano in quella che è la Polinesia francese meta, annualmente, di milioni e milioni di turisti che, una volta giunti a destinazione, ostentano insoddisfazione nel tornare alla routine quotidiana (clicca qui per avere notizie supplementari).
Merito della natura, merito dell’accoglienza che viene loro riservata. Insomma chi va in Polinesia non vuol più tornare. Ma andiamo a scoprire quali sono le curiosità del luogo.
L’arte in cucina e nei tatuaggi: un mix di culture
Ovviamente luogo che vai abitudini che trovi. Cosi in qualsiasi ambito sociale e quindi anche sotto il punto di vista culinario. La società polinesiana, come è giusto che sia, ha le proprie peculiarità a riguardo: nasce da un mix, più o meno equilibrato, della cultura francese, italiana e quella polinesiana. Nel corso degli anni sono tantissimi i piatti tipici che sono stati ‘rivisitati’ ma se proprio dobbiamo elencarvene due citiamo:
- Pesce crudo Tahitiano: molto similare al sushi di ovvia provenienza giapponese ma il pesce crudo tahitiano è probabilmente una spanna sopra quello nipponico vista la freschezza e la variabilità dello stesso. Viene servito con verdura e frutta di ovvia provenienza polinesiana, un piatto che racconta molto della cultura polinesiana;
- Po’e: la frutta, insieme al pesce, è il cavallo di battaglia dell’intera cucina del paese. A tal proposito il Po’e si presenta con un insieme di frutta condita da un cremoso latte di cocco.
Miti e leggende
Il popolo polinesiano, è risaputo, è molto legato a quelli che sono miti e leggende. La più importante è quella che riguarda l’alter ego del nostro Nettuno, Dio del Mare, meglio conosciuto in loco come Ruahatu-Tini-Rau che, stando alla mitologia, si prendeva cure e premure della famiglia reale.
Parlando di tatuaggi, invece, all’alba dei tempi probabilmente gli stessi nacquero proprio qui, in Polinesia. Anticamente avevano significati più sociali e culturali piuttosto che di bellezza: a tatuarsi erano soprattutto gli uomini e le grafie più gettonate erano quelle inerenti alla flora e alla fauna come a rendere omaggio alle loro bellezze.